giovedì 12 aprile 2012

Kasutera


Forse vi chiederete cosa possa essere oppure come si pronuncia questa strana parola, forse vi chiederete cosa significa...vero è che le bacchette e sicuramente anche il gattino ci riportano inevitabilmente ad una particolare zona della terra..il kasutera(pronunciato kastera) è una sorta di pan di spagna al miele che viene venduto in Giappone in scatole rettangolari molto carine e può essere semplice o aromatizzato alla frutta o al tè...io queste cose le so perchè il mio chef dello scorso anno è Giapponese..tornando al nome strano: "kasutera" vale a dire Castilla...cioè è come i Giapponesi pronunciano Castilla, questa storpiatura del nome che ha radici lontane si è mantenuta sino ad oggi sino a fare del kasutera un dolce tipico giapponese...poi la cottura è veramente singolare e so già che vi farà paura..io ho impiegato circa 1anno  prima di trovare il coraggio di farlo a casa!!!!!




300 g di uovo intero
250 g zucchero semolato
40 g latte
3 cucchiai  di miele
200 g farina 00
Montare le uova intere con lo zucchero sino a renderle spumose, intanto intiepidire il latte e sciogliervi il miele,non appena le uova saranno montate incorporare il latte con il miele ed in ultimo la farina. Imburrare una cassetta da pan carrè, di quelle con il coperchio e versarvi dentro il composto richiudere ed infornare in forno preriscaldato a 160°, per i primi due minuti a distanza di 30 secondi, vale a dire 4 volte tirare fuori la cassetta dal forno e sbatterla su un ripiano in modo da eliminare le grosse bolle d'aria,dopo questa pericolosissima operazione continuare a cucinare per 45  minuti a 150°.




16 commenti:

  1. Ma che meraviglia! Mi piacerebbe proprio provarlo! Poi io amo il Giappone :D
    Buona giornata! ^^

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  2. Ahah! Penso che questa pericolosissima operazione mi divertirebbe molto.. ho delle amiche che mi prendono molto in giro per la "violenza" che impiego quando sbatto certi tipi di frittate:)
    carino e molto particolare!
    a presto:*

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  3. Wow, strabiliante il metodo di cottura!
    P.s. Una curiosità, ma loro riescono a pronunciare la r?

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    1. @elisa:anche iolo amo molto, spero di poterci andare presto in vAcanza!!

      @tantocaruccia:anch'io sono maldestra...anzi sono troppo maldestra!!!:-)
      @fantasie:in certi casi riescono a pronunciarla!!!

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  4. Che bonta!Sembra delizioso!Un bacione!

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  5. Mi hai fatto ricordare che lo mangiavo a Roma allo studio dove lavoravo.. erano giapponesi.. era delizioso!!! E lo sarà anche questo.. ha un aspetto meraviglioso..

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  6. Ciao ,bello il tuo blog mi sono unita hai tuoi lettori fissi passa ha trovarmi se ti va io sono ISABELLA ti aspetto smack

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    1. @lenia e carmel,isabellaa:grazie per esserepassate!!!mi fa molto piacere...
      @mara:i giapponesi sono fantastici,e tu che c'hai lavorato come me lo sai perfettamente!!bacini

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  8. davvero interessante il tuo blog ci sono ricette molto particolari e poco scontate! complimenti mi unisco volentieri ai tuoi lettori!

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  9. Mi intriga molto il metodo di cottura di questo dolce... bello!
    Grazie per il passaggio :)

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  10. Pensavo di conoscere tutto del Giappone, ma mi sbagliavo ... Di questo dolce non ho mai sentito parlare (ma grazie a te ho ampliato la mia cultura)!!!
    E quelle bacchette sono a dir poco deliziose!!!!
    Non posso non seguirti d'ora in poi, il blog è troppo carino.
    A presto

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  11. Interessante il Kasutera, interessante il tuo blog!
    A presto!

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  12. Chissà cosa succederebbe omettendo questa pericolosissima operazione... Ma i giapponesi una cosa "normale" no, eh? :-)

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    1. @alba:grazie alba...sei molto carina a dire qst cose!!!
      @sara,dana:è un metodo veramente stranissimo!!!
      @dani:sono strafelice di questo, e le bacchette...già sono proprio carine!!!!:-)
      @lucia:probabilmente nulla...forse..io però ormai mi sono abituata e non credo che non riuscirei a nn farlo!!!

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  13. Io al contrario amo il rischio......e da cuoca provo tutto e pure di più, quindi mi hai incuriosita in un istante.
    Se l'operazione non si sarà rivelata così pericolosa potrò tornare a raccontare!!!

    Un saluto,

    Fabi

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