lunedì 17 settembre 2012

Tra qualche giorno sarà "l'estate passata"

A tavola: piatti ecobioshopping, posate e tovagliette greengate
Forse "qualche giorno" è abbondantemente passato dall'ultimo post, e purtroppo l'estate e conseguentemente anche il caldo non mi hanno aiutato a gestire il tempo libero a mia disposizione..che poi a dire la verità libero non è mai!Così tra bagni al mare sul finire del giorno, michela boccheggiante dentro la cucina del ristorante in cui lavora, viaggi, l'onnipresente famiglia e i "giorni perduti a rincorrere il vento" provo a raccogliere i cocci e rimettere in piedi queste pagine virtuali..mille cose non sono  più le stesse e mille novità si prospettano per questi mesi autunnali, che spero siano gravidi di esiti positivi!Tra le altre cose ho passato qualche giorno a San Vito, un piccolo paesello nella provincia di Trapani, famoso per il pesce, il mare, lo Zingaro e il cus cus...


Vi segnalo una serie di eventi che si svolgeranno a san Vito: tempu ri capuna dal 21 al 23 settembre, e immediatamente dopo ci sarà il più famoso cous cous fest dal 25 al 30 settembre. Appena passato invece il magnifico e sempre esaltante sherbeth festival che invece si svolge a Cefalù i primi di settembre. 



Tra i gusti provati (che alla fine li ho provati quasi tutti perchè ci sono stata ben due volte): cedro, lemon maple syrup, arance e fave di tonka, fichi alloro e mandorle,datteri e noci, parmigiano delle terre terremotate, mosto d'uva emiliano, uva, fiori di sambuco e prosecco friulano, pesca e basilico, olio evo umbro e tartufo,pino mugo e miele, yuzu, menta di Pancalieri e qualche altro di cui mi sfugge il nome e il sapore.


Come di solito accade nella cucina tradizionale, gli ingredienti non possono essere quantificati perchè è l'esperienza e l'inclinazione alla cucina di chi lo esegue che detta la bontà della pietanza.. come accadeva per gli aedi che tramandavano verbalmente le storie, le vicende, i miti l'un l'altro...così la cucina regionale giunge sino a noi forte del valore solenne che il tempo gli ha conferito, forte dei gesti sapienti che donne e uomini hanno affinato sino al raggiungimento della tecnica, dell'equilibrio dei sapore, degli ingredienti perfetti..forse è per questa profonda stima nei confronti di ciò che spesso viene messo da parte in vista di ben più strabilianti esperimenti che mi appassiono alla cucina regionale quella vera, quella di sostanz,a quella carica di sapori, di odori,  di storie ...




 Di solito le ricette tramandate non camminano mai da sole, ma spesso si accompagnano a dei racconti  o se proprio vi dovesse andare bene potreste assistere ad un racconto in cui interagiscono più persone..così se per caso chiedeste a chi vi ha venduto il pacco di cus cus " mi può spiegare più o meno come fare" ecco che dal retrobottega spunterebbero le altre donne e tutte comincierebbero a parlare litigando sul come, quando e perchè fare quella determinata cosa (in questo caso il cus cus)... parlando in dialetto e raccontando  "di quella volta che..", di quale sia il pesce migliore, condimento, le spezie e gli aromi...
Prendi un pugno di semola e la metti su di un piatto piano grande, unisci qualche goccia d'acqua e ruota il palmo della mano su di essa parallelamente al piano di lavoro per "'ncucciari" la semola che non deve essere troppo bagnata altrimenti si formerebbero grumi troppo grossi, così se vi dovesse capitare di versarne troppa potete aggiungere altra semola asciutta che sgranerà i grumi e assorbirà l'acqua in eccesso..dopo aver "incocciato" la quantità di semola desiderata si passa alla "cunzata": la semola si condisce con alloro, chiodi di garofano, cannella, olio evo...ma io uso anche l'aglio e il prezzemolo tritato..si mette tutto nella couscuoussiera di terracotta e si fa cucinare a vapore per 3 e anche di più interminabili ore..dopo di che il passo obbligato è il brodo...ma mentre il cous cous cucina , io scrivo il post, e il  tempo per andare oltre viene meno così rimando il capitolo condimento ad un altro giorno!!!